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sabato 20 ottobre 2012

SFIDA JUVE-NAPOLI... CHI VINCERA' ?


Juve-Napoli, sfida al vertice

Il primo round di Juve-Napoli fu la SuperCoppa di Pechino. Tre espulsi e tante polemiche



Stessi punti ma due modi diversi di arrivare al gol

MASSIMILIANO NEROZZI
Non fatevi ingannare dalla targa, il 3-5-2 pur nelle varie inclinazioni, e dai punti razziati in classifica, 19, perché poi Juve e Napoli seguono strade ben diverse. A partire dall’equipaggio: dal tutti per uno (Cavani) all’uno per tutti (dieci goleador bianconeri). Il che non significa essere tutti uguali, e per questo le assenze di Buffon (adduttori) e Vucinic (influenza intestinale), neppure convocati per il duello, un po’ potrebbero pesare.  

Però, altra differenza, l’unica squadra che può farne a meno è proprio la Juve, se Antonio Conte finora ha arruolato titolari 19 giocatori, contro i 15 fatti partire nelle prime sette giornate da Walter Mazzarri. Diversi anche i tecnici, che pure si stimano, e molto, ma non si amano. Aspettando il via, dentro lo Juventus Stadium, alle sei della sera, c’è già il record d’incasso, il record di presenze stagionali e quello del settore ospiti. Oltre cento Paesi con gli occhi delle tv spalancati in diretta: dal Kazakistan all’Indonesia, dalla Corea al Brasile, passando per Emirati e Africa. 

Cavani e la Coop del gol  
Un top player, di quelli cercati in estate, mette piede sul territorio bianconero, ma ha l’uniforme nemica. Edinson Cavani è l’artiglieria del Napoli: sei gol, contro una Juve che ha i migliori fucilieri con metà dei centri (tre). Stavolta, davanti, toccherà a Quagliarella e Giovinco. Per Mazzarri segna soprattutto chi per quello è stato assunto: 9 reti su 14 hanno la griffe degli attaccanti, contro le 8 su 17 fabbricate dai colleghi di reparto bianconero. Conte ha però spedito in meta dieci giocatori, undici mettendo nel conto anche la Champions. Il Napoli poco più della metà, sei. La Juve sa segnare da fermo, la concorrenza no, se il conto delle punizioni vincenti è chiaro: Pirlo tre, Napoli zero. 

Chi assalta e chi aspetta  
«Abbiamo gli stessi numeri, ma vediamo il calcio in maniera diversa, noi facciamo calcio propositivo», spiega Massimo Carrera facendo un po’ arrabbiare Mazzarri. Possesso palla, dislocamento delle truppe e flussi di gioco sono indizi per non dare torto al bianconero. La Juve cerca di imporre il proprio gioco e, prevalentemente, occupa la metà campo avversaria, alzando la trincea con un pressing molto alto. Il Napoli, detto brutalmente, aspetta e riparte, cercando di lucrare lo spazio e il tempo per le ripartenze che lo rendono letale. 

La ragnatela e i lanci  
Il protocollo juventino, per dirla con il breviario dell’allenatore, prevede un gioco corto e frequenze alte di tocco. Cioè, tanti passaggi e lanci lunghi piuttosto rarefatti. I bianconeri arrivano ad attaccare anche con sei giocatori. Le due punte, la coppia d’esterni, e due centrocampisti. Altro che Zeman. L’efficacia di Mazzarri s’innesca invece con i cambi di campo e i lanci lunghi (4 gol) per scavalcare il centrocampo. Ognuno sfrutta il proprio armamento, e quello del Napoli sono punte rapide, o un centrocampista abile a intrufolarsi in area, Hamsik (3 reti). Solitamente, però, l’assalto è portato da tre, quattro giocatori. 

L’inganno di Pirlo  
Con le sue punizioni rasoterra, Pirlo è stato docente pure di Messi. La fama sui lanci lunghi, invece, inganna. Quello che in Nazionale ha spedito in gol Balotelli, con la Juve è opzione meno usuale: zero gol, e unico danno collaterale l’espulsione di Brkic, a Udine. Per il resto, il regista organizza con mappe e cronometro. Di lanci, ne fa largo uso il Napoli, che limita invece i tiri dal limite dell’area: nella specialità, 3 gol a zero per la Juve. Anche se poi stasera conterà segnare, e non importa come. 

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